Vai al contenuto

Joshua Tree: i tenaci abitanti del deserto

Il Joshua Tree National Park non rientra spesso nei classici itinerari della West Coast degli Stati Uniti, eppure incarna alla perfezione l’immaginario che molti di noi ricercano in un viaggio nell’Ovest del continente americano. Se avete a disposizione una giornata da impiegare al di fuori di parchi più noti come Yosemite, Sequoia o Death Valley, questo articolo potrebbe fare per voi!

Joshua trees

Arriviamo alla cittadina di Joshua Tree dopo due ore di auto da Los Angeles. Il giorno prima eravamo stati avvisati del proverbiale caldo che interessa l’area, ma mai ci saremmo aspettati (a fine Ottobre!), di veder salire la temperatura fino a 108 Fahrenheit (circa 42 °C) alle 10 di mattina.

Scesi dall’auto (e dopo aver utilizzato mezzo tubetto di crema solare), ci fermiamo per una breve sosta obbligatoria a uno dei Visitor Center del Parco, dove abbiamo la fortuna di scambiare qualche parola con un gentilissimo Ranger.

Cartina alla mano, ci indica i luoghi che non dobbiamo assolutamente perderci per cogliere l’essenza del parco, considerata la sola giornata a nostra disposizione per la visita.

Se avete in programma una visita al parco e avete anche voi un solo giorno a disposizione, l’itinerario che ci è stato consigliato e che abbiamo seguito potrebbe fare al caso vostro.

Ripresa l’auto (e dopo aver rimpinguato le nostre scorte idriche), imbocchiamo la strada che si addentra all’interno del Parco. Un panorama surreale si dispiega di fronte a noi: la terra brulla e ocra contrasta con l’azzurro sconfinato del cielo californiano.

Qua e lĂ , iniziano a comparire i primi alberi che danno nome al Parco: i Joshua Tree (Yucca Brevifolia per gli appassionati, come me, di botanica).

BARKER DAM

Un breve tragitto in auto (20-30 minuti circa), e giungiamo alla prima fermata indicataci: Barker Dam.

Il sentiero ad anello, lungo circa 1,1 miglia (1,8 km), è adatto a tutti, purché si presti la dovuta attenzione e si seguano le indicazioni riportate sul pannello informativo all’inizio del sentiero (evitare le ore centrali della giornata, bere molta acqua, rimanere sul tracciato del sentiero…).

Il percorso si snoda lungo un sentiero prevalentemente pianeggiante, che consente di godere appieno del meraviglioso scenario che ci circonda: oltre ai bellissimi Joshua Tree, una sorprendente varietĂ  di piante e arbusti che ogni giorno sfidano il calore cocente del deserto riuscendo addirittura a offrirci dei bellissimi fiori, che apprezziamo ancor di piĂą per la tenacia con la quale hanno scelto questo ambiente ostico per sbocciare.

Rocce maestose dalle forme suggestive evocano pensieri bizzarri, e la percezione è quella di trovarsi letteralmente immersi in un mondo alieno.

Giallo. Verde. Azzurro.
Il deserto. Le foglie. Il cielo.
Il Sole. Gli alberi. Promessa d’acqua
In un sogno impalpabile.

L’illusione si interrompe arrivando di fronte alla piccola diga che dà il nome alla località (diga di Barker), posizionata sul letto di un piccolo torrente che, al momento della nostra visita, è completamente asciutto.

Riprendiamo a camminare e affrontiamo la porzione del percorso ad anello che ci riporta verso il parcheggio: assicuratevi di mantenere la destra se non volete perdervi le bellissime pitture rupestri nascoste in una piccola rientranza di un enorme masso, testimoni silenziose dei primi abitanti dell’area.

Sapete dove potete trovare altre interessantissime pitture rupestri? Nascoste su una rupe all’interno del Red Rock Canyon! Dai un’occhiata all’articolo che abbiamo scritto a riguardo!

KEYS VIEW

Un altro breve tragitto in auto, durante il quale non ci si stanca mai di ammirare il meraviglioso paesaggio desertico, ci consente di raggiungere Keys View, il punto più alto del parco, a un’altitudine di ben 1581 metri (5185 ft)!

Sotto di noi si spalanca, a perdita d’occhio, la Coachella Valley, impreziosita dalla distesa lucente del Salton Sea e solcata, come una spaventosa cicatrice, dalla temuta faglia di San Andreas.

Ancora qualche minuto per interiorizzare la maestosità e, al tempo stesso, la desolazione del deserto ed è già tempo di rimetterci in auto per proseguire la nostra visita.

SKULL ROCK

Uno dei motivi principali per visitare il parco è, senza dubbio, la fantasiosa varietà di enormi massi che il calore della Terra prima e la pioggia poi si sono divertiti a creare, stuzzicando la nostra fantasia ed evocando forme oniriche.

Come non sostare, quindi, ad ammirare da vicino la famosa Skull Rock, che sinistramente ricorda il teschio di un enorme gigante assopito che emerge dagli anfratti piĂą nascosti del deserto.

CHOLLA CACTUS GARDEN

I Joshua Tree non sono di certo gli unici abitanti di questo meraviglioso angolo della California meridionale, ma condividono il primato di pianta piĂą bizzarra e suggestiva del parco con gli apparentemente innocui Cholla Cactus (anche soprannominati Teddy Bear Cactus per le loro forme).

Lì dove il deserto del Colorado si unisce e si mescola con il deserto del Mojave, yin e yang di polvere e sabbia, e dove la temperatura sale (ancora!) fino a sfiorare i 50 °C (circa 120 F), una distesa di cactus ricopre il terreno, a ricordarci che la vita trova il modo di prosperare anche negli ambienti più estremi.

Prima di addentrarci all’interno del sentiero che percorre il “giardino” naturale, un cartello ci ricorda del monito del ranger del parco: meglio non avvicinarsi troppo ai cactus, o il nostro peso potrebbe schiacciare le radici facendo inclinare le piante improvvisamente verso di noi (e a giudicare dalla grandezza delle spine, meglio evitare!).

Il caldo asfissiante ci concede giusto il tempo di percorrere il breve percorso e scattare qualche fotografia; è tempo di riprendere l’auto e dirigerci verso l’uscita nord, presso il paesino di Twentynine Palms (no, non abbiamo provato a contarle), dove termina la nostra avventura all’interno del Joshua Tree.

Se vi trovate nei pressi di Los Angeles o San Diego, dedicare un giorno alla visita di questo meraviglioso parco vi regalerà sicuramente tante emozioni; io personalmente amo gli ambienti desertici perché ci consentono di vedere da vicino la bellezza (ma anche la crudeltà) della continua lotta per la sopravvivenza, e ci fanno riflettere sulla precarietà e fragilità di questi ecosistemi.

Qualche consiglio…

  • Se avete intenzione di visitare il parco, assicuratevi di portare con voi acqua in abbondanza e cibo (all’interno non sono presenti punti vendita nĂ©, tantomeno, ristoranti), oltre a una buona dose di crema solare e, possibilmente, un copricapo;
  • Se volete percorrere dei sentieri, assicuratevi di essere in grado di percorrere l’intera distanza del percorso considerando il caldo intenso e la mancanza di fonti di acqua;
  • Trascorrete la notte all’interno del parco? Portate dei vestiti piĂą caldi, perchĂ© durante le ore notturne la temperatura scende notevolmente!;
  • Ricordate che all’interno del parco i telefoni non prendono! Procuratevi quindi delle mappe (anche al Visitor Center) e fatevi dare tutti i consigli necessari dai gentilissimi e preparatissimi ranger!
  • Prima della visita, consultate il sito del Parco per verificare eventuali allerte in corso o chiusure stradali!
  • Ma soprattutto…occhio ai Cholla Cactus!

Se il contenuto ti è piaciuto, condividilo!

Lascia un commento!

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *