Delhi, Indira Gandhi International. Sono le 3 di notte. Caldo e afa si fanno sentire. Un minuscolo taxi tutto scassato ci preleva e ci porta verso il nostro hotel, schivando auto, tuk tuk, gente a piedi, buche grandi almeno quanto l’auto e immondizia. Dove siamo finiti, pensiamo. Eppure, nemmeno 48 ore dopo, ci eravamo perdutamente innamorati della città…
Delhi non è di certo una città facile. Non è una città che si faccia apprezzare al primo sguardo. Va vissuta, percepita, sofferta, amata, odiata.
Amata per la sua gente, il fascino tutto suo, i colori, i suoni, gli odori.
Odiata come solo lei sa farsi odiare, perché per fare 5 chilometri ci vogliono le ore, perché 9 ATM su 10 non funzionano, per gli scossoni che prendi ogni volta che sali su un tuk tuk.
Eppure, eccoci qua, pronti a rituffarci nel suo casino con la nostra memoria, a rivivere il fascino di un posto unico al mondo.
Scopritela insieme a noi in questo itinerario di 2 giorni!

UNA MAPPA PER ORIENTARVI…
GIORNO 1 – SHAHJAHANABAD E ALTRE MERAVIGLIE
JAMA MASJID
Sono passate a malapena 5 ore dal nostro rocambolesco arrivo notturno a Delhi. Il traffico e l’assordante casino di Main Bazar Road, al limitare di Old Delhi, ci accolgono appena usciti dalla nostra guesthouse.
Vi accorgerete ben presto che, nella capitale indiana, è impossibile avere un attimo di tregua! Veniamo immediatamente e letteralmente accerchiati da un capannello di tuk tuk e risciò, che fanno a gara tra di loro per offrirci il prezzo migliore, senza che noi avessimo nemmeno proferito parola sulla destinazione…
Terminata la contrattazione e dispiaciuti di non aver potuto accontentare tutti, ci dirigiamo sobbalzando sul selciato sconnesso verso la prima destinazione di giornata.

Ed eccoci arrivati di fronte alla prima testimonianza dei fasti e delle meraviglie lasciateci dall’impero Moghul. Costruita dal famoso sovrano Shah Jahan tra il 1644 e il 1656, la moschea oggi conosciuta come Jama Masjid (moschea del venerdì), era originariamente nota come Masjid-i-Jehān-Numā. La moschea che riflette l’intero mondo.
La solennità, l’importanza e la sacralità del luogo balzano subito all’occhio. Il palmo dei piedi, nudi sopra le enormi lastre in arenaria, trasmette al corpo il calore, l’energia della moschea. Il calore di migliaia di persone che qui si riuniscono per la preghiera del venerdì.
Ma anche l’energia di quello che è stato, ed è tutt’ora, uno spazio di aggregazione politica, di protesta, un enorme amplificatore tramite il quale chiunque può far sentire la propria voce. Un luogo che ha resistito persino all’occupazione britannica, quando l’utilizzo della moschea venne interdetto. Un simbolo di lotta e di resistenza per la popolazione di Delhi.

La grande moschea in cui ci troviamo venne realizzata da Shah Jahan come edificio di culto principale di quella che divenne la nuova capitale imperiale, Shahjahanabad, che corrisponde oggi approssimativamente ai confini di Old Delhi.
Ispirato alla meravigliosa moschea di Fatehpur Sikri (di cui parleremo prossimamente sul blog), l’edificio è principalmente costituito da arenaria rossa, ma non solo: spiccano infatti i dettagli in marmo bianco e, in misura minore, marmo nero.
Tre sono gli ingressi: quello nord e sud destinati alla popolazione e l’imponente accesso est, utilizzato esclusivamente dall’imperatore!


A nostro avviso i punti da non perdere (dove potrete anche scattare delle fantastiche fotografie!) sono l’ingresso est, la grande vasca per le abluzioni posta al centro del cortile e la parte esterna della sala di preghiera!
Non perdetevi l’incanto di camminare sotto la volta fantastica dell’edificio, mentre con lo sguardo ammirate le meravigliose decorazioni floreali degli archi, percependo sotto i vostri piedi sontuosi tappeti carichi di storia e di storie…


LAL QILA, IL FORTE ROSSO
Il nostro viaggio alla scoperta di Delhi prosegue alla volta di un altro splendido esempio dell’espressione artistica di Shah Jahan e della sua volontà di creare dal nulla imponenti edifici, che fossero degni di rientrare nel suo piano di spostamento della capitale imperiale da Agra alla neonata Shahjahanabad.
Lal Qila, meglio conosciuto come Forte Rosso, è un’imponente fortezza la cui realizzazione è coeva rispetto alla moschea di Jama Masjid.
Al suo interno trovavano posto gli alloggi imperiali di Shah Jahan e dei successivi sovrani, circondati da un impressionante muro di cinta lungo 2,5 km e di altezza massima di quasi 35 metri!
Gli enormi blocchi in arenaria rossa si stagliano contro di noi, immergendosi nelle profondità dell’ampio fossato che circonda la fortezza.
Titubanti e quasi intimoriti dalla minacciosa presenza delle mura, ci infiliamo nella penombra della porta di Lahore, l’ingresso principale del forte…

Un fiume di persone ci investe e ci trascina nello sfavillante trambusto del piccolo mercato coperto che conduce al cuore della fortezza, il bazaar di Chatta Chowk.

Dopo qualche minuto, riemergiamo dalla penombra e affrontiamo il caldo che comincia a farsi sentire in questa tarda mattinata di ottobre.
All’interno del perimetro del forte troverete diversi edifici, ciascuno dei quali aveva la propria funzione: il padiglione delle udienze, la galleria musicale, le stanze imperiali, i padiglioni femminili…
Noi vi indichiamo i principali e quelli che ci hanno affascinato maggiormente!
NAQQAR KHANA
Abbandonato il caos del Chatta Chowk e usciti nuovamente all’aperto, vi si staglierà innanzi il Naqqar Khana, la “Casa dei Tamburi“, così chiamata perché ospitava, al primo piano, una galleria musicale con ben 18 tipi di strumenti diversi.
È veramente affascinante pensare che, durante lo splendore dell’impero Moghul, vagando per i giardini del palazzo si potesse percepire una lontana melodia provenire proprio da qui…
Oltre a ciò, Naqqar Khana serviva anche da vera e propria porta di accesso al complesso imperiale.
Varcarne la soglia significa lasciarsi alle spalle il mondo esterno ed entrare in un luogo passato, dove sovrani e dignitari regnavano incontrastati e accoglievano il malessere della popolazione, circondati dai fasti di abbacinanti palazzi in marmo e lussureggianti giardini d’acqua…





DIWAN-I-AM
Immaginate di vivere in India, nel XVII secolo, nella neonata città di Shahjahanabad, e di trovarvi di fronte a una controversia che poteva essere risolta soltanto mediante un’udienza imperiale.
Molto probabilmente sareste capitati di fronte al prossimo padiglione in lista: Diwan-I-Am.
Destinato alla cerimonia nota come Jharoka Darshan, durante la quale l’imperatore dava udienza ai sudditi per la risoluzione delle dispute più complesse, l’edificio contiene al suo interno un impressionante trono a baldacchino, che si dice essere una copia del trono di Re Salomone.
Un allusione evidente alla saggezza e alla capacità di discernimento che Shah Jahan si attribuiva!

LE RESIDENZE IMPERIALI
Dalla robusta e imponente arenaria delle mura, dell’enorme porta monumentale e del salone delle udienze passiamo improvvisamente al candore e alla delicata espressività del marmo.
Allineate lungo il lato orientale del forte si trovano le splendide residenze imperiali e i padiglioni femminili, accomunati da una caratteristica sorprendente!
L’acqua del sacro fiume Yamuna (ne parliamo in questo articolo) viene prelevata nell’angolo nord-est del forte grazie all’edificio-torre noto come Shah-Burj, e da esso scorre verso sud in un canale che taglia esattamente al centro ogni padiglione residenziale!
L’acqua in costante movimento all’interno degli edifici funzionava infatti come un antico condizionatore, portando refrigerio all’imperatore e alle mogli del sovrano dall’impietoso calore esterno, in maniera del tutto simile a quanto accade in altre residenze come l’Amber Fort di Jaipur.
Inoltre, gli innumerevoli canali d’acqua vogliono simboleggiare il paradiso islamico, al punto che più volte, incisa sulle decorazioni del palazzo, troviamo la frase:
Se c’è un paradiso in terra, è qui!




Le armoniose e oniriche forme del Rang Mahal (residenza femminile), del Khas Mahal (contenente le camere imperiali) e del Diwan-i-khas (utilizzato per riunioni ministeriali) vi terranno con gli occhi incollati a ogni singolo centimetro quadrato di marmo.
Ma non perdetevi i dettagli in pietra dura! Scorrete delicatamente le dita lungo le impressionanti decorazioni floreali delle colonne del Diwan-i-Khas: un mondo variopinto fatto di texture e consistenze diverse si rivelerà a voi, mentre apprezzate le sensazioni che il corallo, il turchese, il quarzo, il lapislazzuli e i marmi colorati trasmettono alla vostra pelle…

SHAH BURJ E SAWAN PAVILLION
Terminiamo la visita al palazzo imperiale ammirando prima lo Shah Burj, il capolavoro ingegneristico che consentiva di trasportare l’acqua dello Yamuna fin dentro il palazzo, dando vita ai fiumi del paradiso in terra.
Un sistema idraulico, contenuto all’interno di una torre ottagonale di tre piani, consentiva all’acqua di risalire il dislivello che separa la fortezza dal fiume.
Dalla sommità della torre, l’acqua veniva poi incanalata e condotta nel palazzo, sgorgando letteralmente da una meravigliosa cascata posta al centro di un padiglione a cinque archi in marmo!


Prima di dirigerci verso l’uscita possiamo infine ammirare quella che fu l’ultima aggiunta al palazzo prima della triste capitolazione dell’India nelle mani dell’Impero Britannico.
Bahadur Shah II, ultimo sovrano Moghul e autoproclamato Imperatore d’India durante i moti rivoluzionari contro gli inglesi del 1857, fece infatti costruire un vasto giardino e tre padiglioni, meravigliosamente connessi tra di loro da un vasto sistema di canali, oggi noti come Zafar Mahal, Sawan Pavillion e Bhadon Pavillion.


Il mio cuore è gonfio, in questa terra devastata. Chi mai si può sentire felice in questo mondo effimero?
Bahadur Shah Zafar II, ultimo sovrano Moghul
Dite alle mie emozioni di andare via, non c’è più spazio nel mio cuore ferito.
Ho chiesto di vivere a lungo: mi sono stati concessi quattro giorni. Due li ho passati a sognare e due ad aspettare.
Certo che l’usignolo non si può lamentare del giardiniere o del cacciatore: essere messi in gabbia a primavera è solo colpa del destino.
Come è sfortunato Ẓafar! Per la sua tomba nemmeno due metri di terra ci sono per lui, con la sua amata.
Queste furono le ultime parole del sovrano, prima che gli inglesi uccidessero i suoi figli portando al padre le loro teste mozzate.
Bahadur Shah venne incriminato per alto tradimento ed esiliato in Birmania, dove trovò la morte nel 1862.
Terminò con lui la gloriosa dinastia Moghul.
Consiglio: terminata la visita al Forte, sarà probabilmente ora di pranzo! Fermatevi nella Fortezza per un veloce spuntino al Cafe Delhi Heights, in cui potrete gustare dell’ottima cucina tipica di diverse regioni indiane, a costi molto contenuti! Dimenticavo, tutto rigorosamente vegetariano!
KHARI BAOLI: IL MERCATO DELLE SPEZIE, MA NON SOLO
Lasciamo alle nostre spalle le imponenti mura del Forte Rosso, mentre osserviamo la vita che ci scorre intorno: tutti sono in fermento nella preparazione di una folle ed esuberante celebrazione, mentre noi ci avviamo verso la selva di tuk tuk in attesa…

Qualche istante dopo stiamo già sfrecciando nel traffico di persone e veicoli di Chandni Chowk Road, direzione Khari Baoli, il mercato delle spezie più grande dell’Asia, alla cui visita dedicheremo la prima parte del pomeriggio!
Noi personalmente vi consigliamo di passare circa un paio d’ore all’interno del mercato, in modo che possiate catturarne l’essenza e, perché no, dedicarvi all’acquisto di spezie, fiori o esotici incensi!
Volete saperne di più? Abbiamo scritto un articolo interamente dedicato a Khari Baoli e alle nostre impressioni e percezioni a riguardo, dategli un’occhiata!

NATIONAL CRAFTS MUSEUM & HASTKALA ACADEMY
Dedicate la seconda parte del pomeriggio al National Crafts Museum, all’interno del quale è possibile ammirare dei veri e propri capolavori frutto dell’artigianato dei diversi stati indiani.
Il percorso museale si articola in parte all’interno di vari padiglioni, suddivisi per tipologia: imperdibile è la visita alla sezione dedicata alle arti tessili!
Rimarrete a bocca aperta di fronte a pashmine e tessuti vecchi centinaia di anni provenienti dal Kashmir, oppure davanti ad abiti tradizionali del Karnataka di oltre trecento anni fa!


I tessuti non sono di certo l’unico tesoro del Museo! Vi invito a cercare, all’interno dei padiglioni, questo piccolo quadretto in madreperla: guardate con attenzione all’interno di una tipica haveli…

La restante parte del Museo è invece ospitata interamente all’esterno, con spazi espositivi e punti vendita ambientati all’interno della ricostruzione di un villaggio rurale indiano. Preparatevi a mettervi comodi e osservare, potreste assistere a una spettacolare esibizione di danza tradizionale…
Consiglio: avete finito di ammirare le meraviglie dell’artigianato custodite nel museo e vi è venuta voglia di sorbire un fantastico chai o una delle gustosissime miscele di caffè indiano? Fermatevi al Café Lota, la vostra lunga giornata sarà ripagata con un dolce spuntino e una deliziosa bevanda calda!
GIORNO 2 – RIFUGIARSI DAL CAOS CITTADINO
Lo sappiamo, il primo giorno di visita è stato veramente intenso, e ancora dovete abituarvi al frenetico caos della capitale indiana…
Per questo motivo, il secondo giorno sarà interamente (o quasi) dedicato alla visita di meraviglie architettoniche immerse in una natura lussureggiante, tanto che vi chiederete: ma è la stessa città che abbiamo visto ieri?
AGRASEN KI BAOLI
La giornata inizia alle 9, davanti all’ingresso di Agrasen Ki Baoli.
L’attesa e l’emozione si fanno sentire: è vero, abbiamo visto mille immagini del monumento e sappiamo cosa ci aspetta, ma dal vivo è tutt’altra cosa!
Un momento, voi sapete di cosa stiamo parlando, vero? Baoli è un termine hindi che sta a indicare un pozzo provvisto di scale, scavato nel terreno fino a raggiungere la superficie della falda, spesso associato a uno o più templi.
L’acqua è infatti un elemento fondamentale nell’induismo: non esiste rituale durante il quale non venga invocato il Gange, lo Yamuna o altri fiumi sacri!
जल ही जीवन है – L’acqua è vita
Entriamo da una piccola porticina laterale e non possiamo far altro che lasciarci sfuggire un’esclamazione di stupore! Davanti a noi si spalanca un abisso lungo 60 metri e profondo 40, sul cui fondo giace un piccolo specchio d’acqua.
Ci guardiamo intorno: le grandi arcate del periodo Lodhi ci avvolgono con la loro maestosa eleganza, mentre un profondo silenzio consente alla nostra immaginazione di sfiorare ogni angolo della cavità…

LA TOMBA DI HUMAYUN, IL CIMITERO DEI MOGHUL E LA SUNDER NURSERY
La nostra giornata prosegue con l’ennesimo tuk tuk, destinazione complesso monumentale della Tomba di Humayun, annoverato tra i patrimoni UNESCO dell’umanità!

Trascorrerete almeno un paio d’ore alla scoperta di un’area densa di storia, in cui ricchissimi sovrani riposano tra le fronde di alberi secolari, mentre ammirate quello che fu il prototipo del Taj Mahal…
Esplorato in lungo e in largo quello che è stato definito il Cimitero dei Moghul, per la ricchissima densità di tombe monumentali e mausolei, avrete la possibilità di proseguire la visita nell’attigua Sunder Nursery.
Al suo interno, svariati percorsi e sentieri vi condurranno alla scoperta di una incredibile varietà di flora e fauna locale, mentre ammirate il Charbagh del Sunder Burj o cercate i resti di un’epoca di fasti passati, immersi e nascosti nella foresta…

Vuoi saperne di più del Mausoleo di Humayun e della Sunder Nursery? Leggi l’articolo che abbiamo scritto a riguardo, troverai tante altre informazioni utili!
LODHI GARDENS
E A PRANZO? HABITERIA!
Prima di avventurarci all’interno dei lussureggianti Lodhi Gardens, raggiungiamo Lodhi Road per abbandonarci (finalmente!) alle prelibatezze della cucina indiana.
Per pranzo vi consigliamo il ristorante Habiteria, al cui interno potrete trovare cucina tipica locale ma anche di altre località asiatiche, e persino piatti occidentali.
Noi abbiamo provato le varianti vegetariane del Thali e del Byriani, entrambe molto apprezzate (preparate il palato al piccante!)
I GIARDINI – NATIONAL BONSAI PARK, LE TOMBE E LA GLASS HOUSE
Dedichiamo interamente il pomeriggio alla visita dei Lodhi Gardens! Come promesso, anche in questo caso la tranquillità regna sovrana e il casino delle strade di Delhi sarà solo un ricordo.
Appena entrati, non può in alcun modo mancare una breve visita al National Bonsai Park: un posto perfetto per rilassarsi tra le minuscole fronde dei bonsai!
Procedete poi alla scoperta dei meravigliosi Bada Gumbad, o Grande Cupola, e Shish Gumbad, o Cupola di Vetro.
Consiglio: il mihrab della moschea annessa al Bada Gumbad è una nicchia perfetta per chi è alla ricerca di un luogo intriso di spiritualità. Grazie al contatto con lastre di pietra di secoli e secoli fa, sarà facile connettervi con il vostro io interiore…
Imperdibile è poi la tomba di Muhammad Shah IV, affascinante mix di architettura islamica e hindu, ottagono perfetto sormontato da elegantissimi chhatri!
La visita termina con la lussureggiante Glass House, piccolo vivaio interamente in vetro e letteralmente sommerso da fiori, fronde e foglie, il tutto condito da piccole opere d’arte ispirate alla natura e realizzate con materiali organici.
Anche sulle bellezze dei Lodhi Gardens abbiamo scritto un articolo! Vi consigliamo di leggerlo per tanti altri dettagli e curiosità!



Termina qui il nostro viaggio alla scoperta della capitale indiana in 2 giorni! Vi è piaciuto l’itinerario? Ne abbiamo scritti altri, dategli uno sguardo per altre fantastiche ispirazioni di viaggio!