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Brescia insolita: un viaggio nei segreti della città

Misteriose lastre di marmo incastonate nelle mura di antichi edifici, statue e figure “parlanti” a cui i bresciani confidano i propri segreti, automi meccanici cinquecenteschi… Scoprite insieme a noi angoli nascosti e poco noti della città lombarda: seguiteci per le strade e i vicoli di Brescia!

Brescia, o dovrei forse dire Brixia, è una città molto antica. Una città il cui centro storico vanta una stratificazione storica impressionante.

Rovine e resti di epoca romana si sovrappongono a edifici medievali, rinascimentali, barocchi, contemporanei.

Con tutti questi anni sulle spalle, è evidente che la città nasconda, nelle viscere dei suoi vicoli e nella grandiosità delle sue piazze, innumerevoli segreti, particolarità e curiosità.

Fidatevi, ogni pietra ha la propria storia da raccontare!

Non temete, qualora decidiate di intraprendere anche voi un viaggio alla scoperta dei luoghi, dei segreti e delle curiosità di Brescia, troverete in questo articolo un valido supporto: vi lasciamo qui sotto la mappa!

IL MOSTASÙ DELLE COSSERE

Camminiamo lungo Corso Goffredo Mameli, direzione Piazza della Loggia. D’improvviso, il nostro sguardo viene attirato verso l’anonimo angolo di un vicoletto. Il vicolo di Contrada delle Cossere.

Un faccione barbuto, scorbutico ma sornione allo stesso tempo, ci fissa. Nessuno ne conosce l’origine: chi l’ha scolpito, in che periodo, a che scopo.

È medievale? Forse. Per quale motivo il naso è stato scalpellato e rimosso? Nessuno lo sa.

Leggenda vuole che, durante la discesa in Italia dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Arrigo VII, la città venne posta sotto assedio. Una volta espugnata, la furia del sovrano non si sarebbe placata fino a quando non avesse mozzato il naso a tutti i cittadini.

Non trovando nessuno in carne e ossa, l’imperatore decise di prendersela con le statue, facendo loro tagliare il naso di netto. Tra queste, figura ovviamente anche il nostro Mostasù.

Che sia vero o meno, con il tempo la statua è diventata parte integrante della comunità, ergendosi al ruolo di “statua parlante“: a essa i cittadini si rivolgevano (e si rivolgono ancora?) per esporre i propri malumori, i propri malcontenti.

E voi, avete qualcosa da dirgli?

Brescia, mostasu delle cossere

IL BAMBINO CHE FA PIPÌ

Per poter osservare questa statua direi… irriverente dovete aguzzare la vista.

Potreste tranquillamente passare davanti alla facciata di Palazzo Dolzani-Masperi decine, anzi centinaia di volte, senza notare alcunché di strano.

Eppure, su, in cima alla facciata, a breve distanza dal tetto, si trova questo piccolo bambino alato, intento a urinare sui passanti!

Del tutto simile alla celebre fontana di Bruxelles, che voglia rappresentare anche in questo caso lo spirito irriverente degli antichi proprietari della dimora?

Probabilmente non lo sapremo mai con esattezza; nel frattempo, passate dall’altro lato della strada!

Brescia, Palazzo Dolzani Masperi

IL PALAZZO DELLE POSTE E L’ASSASSINIO DI AGRIPPINA

Scampato il pericolo corso ammirando la facciata di Palazzo Dolzani Masperi, ci dirigiamo verso la vicinissima Piazza della Vittoria, realizzata durante il Ventennio a seguito dello sventramento del quartiere medievale.

Qui, sul fianco ovest del Palazzo delle Poste, possiamo notare, appena accennato, un antico affresco, opera di un artista bresciano del Cinquecento.

L’interpretazione del soggetto dell’opera è stata a lungo dibattuta ed è tutt’ora oggetto di controversia; l’ipotesi più probabile coinciderebbe comunque con la raffigurazione dell’assassinio di Agrippina, per opera di un sicario inviato dal figlio Nerone.

Seppur sconosciuto ai più, l’affresco rimane oggi una delle pochissime testimonianze di come doveva apparire l’antico quartiere di epoca medievale, prima che venisse devastato e raso al suolo per far posto alla piazza, durante il primo Novecento.

Brescia, Palazzo delle Poste

L’ARENGARIO DI PIAZZA DELLA VITTORIA

Spostiamoci ora in Piazza della Vittoria, una delle tre piazze di Brescia, uno dei luoghi simbolo della città. Ma anche uno dei più controversi e discussi.

Luogo di riqualificazione e idealizzazione architettonica, emblema della razionalizzazione e dell’idealismo fascista.

È proprio qui, lungo i portici orientali, che si trova un particolarissimo manufatto, singolare per la sua forma e per il materiale con cui è realizzato, la pietra rossa di Tolmezzo.

Interamente ricoperto da un ciclo di bassorilievi dedicati alla storia della città, l’arengario, il pulpito da cui Mussolini inaugurò la piazza, rappresenta il punto focale dell’opera.

Il punto su cui si doveva concentrare l’attenzione della folla, l’attenzione della massa: il punto perfetto in cui celebrare la grandiosità di Brescia, un climax culminante nel periodo del governo fascista.

Brescia la forte, Brescia Leonessa d’Italia

Giosuè Carducci
Brescia, Piazza Vittoria

GLI AFFRESCHI DELLE CASE DEL GAMBERO

Lo stesso autore dell’Assassinio di Agrippina, che abbiamo ammirato sul fianco del Palazzo delle Poste, si è occupato di diverse altre opere d’arte in giro per la città.

Tra queste, spiccano i resti di un ciclo di affreschi Cinquecentesco, che abbellisce le facciate delle “Case del Gambero“, così chiamate perché lì sorgeva la più antica locanda di Brescia, inaugurata nel 1465, che aveva come insegna un gambero di colore rosso.

Il soggetto principale delle opere, alcune delle quali sono state, nel corso dei secoli, spostate nella pinacoteca cittadina, è Asdrubale Barca, fratello di Annibale.

Brescia, Case del gambero

Gli affreschi che potete ammirare sulle Case del Gambero, insieme a pochissimi altri esempi, sono ciò che rimane dell’urbs picta cinquecentesca, la Brescia dipinta, per il resto condannata all’oblio dei secoli.

IL BUSTO DEL DUOMO VECCHIO

La Rotonda di Brescia, o Concattedrale Invernale di Santa Maria Assunta, è un antichissimo edificio di culto risalente all’XI secolo.

Uno dei pochissimi esempi in Italia di chiesa a pianta circolare, si ritiene che possa essere stata realizzata su ispirazione dei templi pagani preesistenti.

Sulla facciata, alla sinistra del portale d’ingresso, fate attenzione: un piccolo busto anonimo e un’iscrizione ormai illeggibile ed erosa dal tempo catturano lo sguardo.

Brescia, Piazza Duomo

Ma di chi si tratta, direte voi?

Alcuni storici hanno fornito un’interpretazione: si tratterebbe di Costantino Quaranta, compositore ed esecutore di musica liturgica durante l’Ottocento.

Una curiosità: la sua musica venne proibita nelle chiese e durante le funzioni della Diocesi di Brescia perché ritenuta non conforme al carattere sacro della musica ecclesiastica!

E quindi, per quale motivo il suo busto figura sulla facciata di uno dei più importanti edifici di culto della città? Probabilmente, anche in questo caso, non lo sapremo mai: la sua storia è l’ennesimo mistero cittadino, destinato a rimanere per sempre tale.

LE MISTERIOSE STATUE DELLA LOGGIA DELLE GRIDA

Rimaniamo in Piazza Duomo per dirigerci verso il vicino Palazzo del Broletto, sede medievale delle signorie regnanti sulla città.

Arriviamo al di sotto dell’elegante loggia che affaccia sulla piazza: sette misteriose statue si ergono sopra le nostre teste, quasi a sorreggere il peso dell’edificio.

Con tutta probabilità, le figure scolpite nel marmo richiamano l’originaria funzione del palazzo, ovvero l’amministrazione della città.

Al centro trova posto la rappresentazione della Giustizia, circondata da giudici, magistrati e uomini d’armi. Le statue sono rivolte verso il basso, verso la folla che sotto il loggione si radunava per ascoltare le decisioni dei regnanti.

Sono sguardi ammonitori, quasi di rimprovero, rivolti verso le genti che, qualora avessero commesso dei crimini, sarebbero dovute sottostare, in senso letterale e figurato, al loro giudizio.

Brescia, Palazzo del Broletto
Brescia, Palazzo del Broletto
Brescia, Palazzo del Broletto

LA TRIFORA SOLITARIA

Basta girare lo sguardo, anche se forse l’avrete già notato, per osservare un dettaglio molto particolare sulla facciata dell’edificio che si trova di fronte alla Loggia delle Grida.

Stiamo parlando della Casa dei Camerlenghi, funzionari deputati all’amministrazione delle Finanze durante il periodo in cui Brescia era parte integrante della Repubblica di Venezia.

Edificio costruito nel Quattrocento proprio come sede del Camerlengo cittadino, con la caduta della Serenissima la sua funzione si è persa, finendo per subire pesanti trasformazioni ed essere inglobato nel panorama edilizio circostante.

Arrivati a questo punto, avrete già capito: l’unico elemento che rimane della costruzione originale è la bellissima trifora in marmo sormontata da eleganti archetti polilobati, probabilmente parte, un tempo, di una loggia ben più estesa!

Ora appare, nonostante la sua eleganza senza tempo, quasi fuori posto rispetto al resto dell’architettura: un particolare stravagante in una piazza ricchissima di storia.

Brescia, Piazza Duomo

I LEONI DELL’EX CHIESA DI SANT’AGOSTINO

Prima di abbandonare definitivamente la zona di Piazza del Duomo, abbiamo voluto inserire in questa rassegna un dettaglio molto particolare.

Inglobata all’interno del complesso del Palazzo del Broletto, si trova infatti quella che, un tempo, era la Chiesa di Sant’Agostino, risalente al XII secolo.

Dell’edificio rimane oggi soltanto la meravigliosa facciata, gotica, ornata da uno splendido rosone e finestre in cotto, spettacolari eppur semplici, pulite, lineari.

Eppure, un dettaglio insolito interrompe la continuità stilistica e cromatica dell’edificio: due leoni ruggenti, in candido marmo, emergono prepotenti dai mattoni, quasi a difendere ciò che rimane della chiesa.

Il loro aspetto grottesco, quasi mostruoso, sembra voler intimidire coloro che si trovano a passare nel sottostante vicolo, che in effetti appare deserto…

Che siano stati aggiunti in seguito? Per quale motivo? A voi la risposta!

Brescia, Piazza Duomo

SAN FAUSTINO IN RIPOSO

Rimanendo in tema di edifici religiosi dalle forme stravaganti e particolari, all’interno del centro storico di Brescia, oltre al Duomo Vecchio, si trova un’altra, piccolissima, chiesa. Nascosta, incastonata tra le fitte abitazioni e rimasugli di edifici medievali che circondano Piazza della Loggia.

Se non sapete della sua esistenza, ve lo assicuro, è impossibile da notare semplicemente passando nei paraggi!

Affidatevi alla mappa che trovate all’inizio dell’articolo: da Via Musei, prima di passare sotto l’affascinante Porta Bruciata, fate una piccola deviazione a destra.

Un momento, ma siamo ancora a Brescia o ci troviamo, improvvisamente, in Puglia? Non è forse un trullo quello che stiamo osservando?

Brescia, San Faustino in Riposo

Scherzi a parte, San Faustino in Riposo è un antichissimo santuario eretto nel XII secolo, dalla forma incredibilmente inusuale: la pianta circolare termina con un particolare tetto a forma di cono, che si fa strada verso l’alto tra le case che lo circondano.

Il nome della chiesetta deriva da un avvenimento verificatosi nell’anno 806: durante la traslazione delle reliquie dei santi cittadini, Faustino e Giovita, la processione fece una sosta nel luogo dove oggi sorge il santuario.

Si narra che, improvvisamente, i resti iniziarono a sanguinare: è proprio per questo che, trecento anni dopo, venne eretta la chiesa, lì dove i santi avevano riposato, durante lo spostamento verso il luogo dove giacciono ancora oggi.

I MACC DE LE URE

Tra le statue simbolo della città si sono anche loro, Tone e Batesta, Antonio e Battista, affettuosamente chiamati da ormai più di quattrocento anni i “Macc de le Ure“, i matti delle ore.

I due automi in rame, risalenti al 1581, sono animati dallo stesso, secolare, meccanismo che muove l’orologio astronomico.

Pensate che il quadrante è così antico che adotta ancora il sistema tolemaico: la Terra è posta esattamente al centro dell’orologio, con il Sole che gira attorno a essa!

Una piccola, triste, curiosità: gli automi battono le ore, incessantemente, dal 1581. Si sono fermati soltanto una volta, per lo scoppio dell’ordigno in occasione dell’attentato del 28 maggio 1974.

Un evento che li lega, indissolubilmente, alla città: come tutti i bresciani si sono fermati, sconvolti, attoniti, per quanto successo, anche loro hanno deciso di fermarsi. Troppo grande il dolore da sopportare per il loro fragile cuore di metallo.

Brescia, Piazza della Loggia

IL BUSTO DEL GENERALE CHE ISPIRÒ “IL GLADIATORE”

Rimaniamo in Piazza della Loggia e ci dirigiamo, con l’orologio alle nostre spalle, verso gli edifici sul lato sinistro della piazza: il Monte di Pietà vecchio e il suo omonimo più recente, il Monte di Pietà nuovo (risalente al XVI secolo).

A uno sguardo superficiale, niente di strano, “solo” normali blocchi di marmo. Eppure, guardate meglio: inizieranno a rendersi evidenti diverse porzioni del muro abbellite da fregi, decorazioni, iscrizioni.

Cosa sono, vi starete chiedendo: sappiate che vi trovate di fronte a quello che è, probabilmente, il primo museo archeologico pubblico mai aperto nel mondo, risalente al 1480.

Infatti, durante gli scavi per la realizzazione della piazza, vennero rinvenuti diversi resti di epoca romana: il Consiglio cittadino, con una decisione inusuale e incredibilmente all’avanguardia per l’epoca, decise che gli stessi dovessero essere valorizzati, inglobati nei nuovi edifici e mostrati, perennemente, al pubblico.

Nacque così il Lapidarium, il museo delle lapidi romane.

Tra queste, una in particolare raffigura il busto di un generale bresciano, Marco Nonio Macrinio, che servì sotto l’imperatore Marco Aurelio.

Questo particolare vi dice nulla? Ebbene si, gli archeologi hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio di Massimo Decimo Meridio del film “Il Gladiatore”. Non ve lo sareste aspettato, vero?

Brescia, Piazza della Loggia

LA LODOIGA

Siamo quasi al termine di questo (primo?) viaggio tra le curiosità e i misteri di Brescia.

In questo articolo abbiamo spesso parlato di statue, come il nostro amico barbuto, il Mostasù, elette al rango di “statue parlanti”. Non fa eccezione la Lodoiga, che potete ammirare sotto il loggiato del Palazzo della Loggia.

Originariamente destinata, probabilmente, a ornare la balconata esterna del Palazzo sovrastante, venne verosimilmente scartata e lasciata a terra per via della sua mediocre fattura.

Un destino sfortunato, che la condannò a vagare tra diverse collocazioni in giro per la città. Apparentemente, nessuno la voleva con sé, nessuno la considerava.

Ma forse, proprio per questo motivo divenne invece amica del popolo. La sua distanza dalle istituzioni cittadine, il fatto che nessuno la desiderasse, la avvicinarono alle simpatie della gente.

Su di essa, tra Settecento e Ottocento, venivano appesi biglietti e manifesti contro i rappresentanti del potere, pro o contro la Serenissima, ma anche, semplicemente, poesie e canzoni popolari.

Vi lasciamo infine con una curiosità, un po’ macabra: un tempo, ai piedi della statua era collocata una lastra di pietra, sulla quale venivano depositati i morti sconosciuti, affinché qualcuno potesse riconoscerli.

Brescia, Piazza della Loggia

LO SCOLATOIO PER CADAVERI

Rimaniamo in tema “macabro” per l’ultimo segreto di questo articolo: percorrete Via dei Musei, partendo da Piazza della Loggia e dirigendovi verso il museo cittadino di Santa Giulia.

A un certo punto, di fronte al civico 48, potrete osservare una pietra (sono due, in realtà) alquanto strana, inglobata nel muro esterno della Chiesa di Santa Maria in Solario, dove è custodita la preziosissima Croce del re longobardo Desiderio.

Come avrete già letto dal titolo, si tratta di uno “scolatoio per cadaveri”, ovvero una lastra di pietra che veniva posta all’interno del sarcofago, durante il periodo medievale, allo scopo di far defluire i fluidi e gli umori del corpo in decomposizione.

Lo scopo, direte voi? Conservarne perfettamente lo scheletro, senza che quest’ultimo venisse intaccato per troppo tempo dai resti del cadavere!

Particolare ancora più strano è rappresentato dal fatto che, ai tempi della costruzione della chiesa (XII secolo), il piano stradale era molto più basso, per cui lo scolatoio si trovava a circa un metro e mezzo da terra, bene in vista e perfettamente a disposizione di chiunque volesse toccarlo.

Probabilmente lo scopo dell’architetto era, quindi, quello di mostrarlo al pubblico come una sorta di “reliquia”; strano, vero?

Brescia, Via dei Musei

Percorrendo a ritroso Via dei Musei, tornando verso Piazza della Loggia, sulla vostra destra potrete ammirare la facciata della misteriosa Chiesa di San Cristo: ne abbiamo parlato in un articolo dedicato!

Nella stesura di questo articolo ci siamo, in parte, ispirati ai contenuti del libro “Brescia insolita e segreta”, di cui vi lasciamo il link per l’acquisto.

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